Management sostenibile
Brunetta e il management sostenibile
C’è una domanda che mi tormenta: il management sostenibile può interessare anche la pubblica amministrazione? Fino a qualche tempo fa avevo qualche dubbio, non tanto per l’efficacia che tale approccio può avere sulla pubblica amministrazione, quando per la complessità organizzativa che la contraddistingue. Tale complessità tra l’altro aggravata da un Ministro (Brunetta) con buoni propositi ma con altrettanto grande confusione.
La risposta alla domanda tuttavia l’ho trovata qualche giorno fa sulle pagine di alcuni quotidiani. Circa un mese fa infatti un articolo di Marco Morino sul Sole 24 ore titolava:” L’Atm taglia i maxi stipendi dei dirigenti. – La società milanese dei trasporti introduce una politica delle retribuzioni legata agli obiettivi”, la mia prima e naturale affermazione è stata: finalmente!
Finalmente anche nel pubblico si inizia a ragionare per obiettivi e performance, infatti il piano di Catania, presidente ed amministrazione delegato di Atm Milano, mira a radicare la cultura dell’efficienza a tutti i livelli aziendali a partire da quelli più elevati. Una notizia dunque che si allinea con approcci manageriali moderni e che prevede tra l’altro di ripensare l’organizzazione in un’ottica di miglioramento anche della soddisfazione dei clienti. Pochi giorni fa ho letto un’altra notizia apparentemente allineata con la precedente, ma con alcune sfumature differenti. Un articolo di Marco Rogari titolava: “Dirigenti: premi in bilico – Nei piani del governo penalità ai responsabili di uffici inefficienti”, anche in questo caso la risposta più semplice da dare poteva essere: finalmente!, tuttavia in questo caso occorre una riflessione più profonda per evitare di commettere l’errore della superficialità di analisi.
Apparentemente i due casi potrebbero essere simili, in realtà, se nel primo caso c’è l’intento dell’Amministratore Delegato di ATM Catania nel voler riorganizzare la struttura di ATM partendo dall’alto con un progetto che mira a trasformare la cultura aziendale di ATM, nel secondo caso si punta il dito solamente sull’inefficienza dell’apparato statale indicando come responsabile i dirigenti, senza indicare un reale progetto di riorganizzazione.
Nessuno vuole escludere una reale responsabilità dei dirigenti in questione, tuttavia partire indicando come soluzione l’introduzione di sanzioni amministrative, non è sicuramente la strada migliore per trasformare il sistema della pubblica amministrazione. Il rischio di innescare un processo causa-effetto avrà conseguenza positive probabilmente nel breve periodo, ma ovviamente non nel medio e lungo periodo. Le ripercussioni di una simile presa di posizione potrebbero produrre effetti devastanti che certo non aiuteranno il cittadino.
Il rischio che i Dirigenti scarichino sui loro primi riporti e successivamente su funzionari ed operatori il carico di responsabilità è evidente. Tale scarico di responsabilità, tuttavia se non governato da un mirato adeguamento organizzativo, rischia di non produrre effetti migliorativi se non continuamente minacciato e/o controllato, ovvero rischia quindi di non essere per niente efficace.
Se tali scelte non vengono accompagnate da una reale volontà di miglioramento che passa attraverso anche ad una co-responsabilizzazione di tutte le persone che appartengono all’organizzazione, difficilmente si potrà pensare in un miglioramento strutturato dell’attuale situazione in cui naviga la P.A.
Mi sembra più uno slogan ministeriale “Più efficienza, più efficienza, più efficienza” che non un reale e serio intervento all’interno del settore della pubblica amministrazione, azioni simili consentiranno solamente di disporre di un miglioramento significativo nei prossimi due mesi (forse), periodo sufficiente per dichiarare ai media l’efficacia dell’azione per poi passare nel dimenticatoio.
La vera sfida tuttavia è quella di misurare il miglioramento in un periodo un po’ più lungo rispetto ai tempi della politica, considerando le ricadute sull’agire delle singole persone, sul senso di appartenenza, sulla motivazione e soprattutto sulla coerenza delle azioni che potrebbero essere intraprese
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