A che cosa serve il Sindacato?
Il primo post dell’anno lo voglio dedicare ad uno dei temi più caldi del presente e del prossimo futuro. Il titolo del trae origine dal un interessante e ancora attuale (tenendo conto che la prima edizione è del 2005 e che in 7 anni il mondo è radicalmente cambiato) libro di Piero Ichino intitolato appunto “A cosa serve il sindacato?”
Rileggendo il libro a distanza di qualche anno la risposta alla domanda sembra realmente scontata, tanto che potrei tranquillamente affermare che i sindacati di oggi non servono a nulla, anzi…..
Tuttavia questa superficiale interpretazione va argomentata per riuscire a capire se realmente nel 2012 il sindacato così come lo intende il lavoratore comune abbia ancora senso di esistere oppure sia arrivata l’ora di un vera rivoluzione che faccia cambiare faccia al sindacato e ai suoi rappresentanti.
Quando ho acquistato il libro di Ichino, ho vissuto due esperienze inaspettate ma sicuramente interessanti, la prima direttamente in libreria; il commesso della libreria alla cassa, leggendo il titolo del libro mi ha posto una domanda “Già, secondo lei a cosa servono i sindacati? Per me a nulla…..” , subito dopo uscendo dalla libreria mi sono messo a leggere il libro in una sala di attesa, e dopo pochi minuti, una signora sulla cinquantina seduta di fronte a me, mi pone la stessa domanda “Mi scusi ma lei è un sindacalista? Perché io avrei la risposta alla domanda presente sulla copertina del libro che sta leggendo… il sindacato non serve proprio a nulla….” Queste due semplici ma reali esperienze, saranno frutto del caso, ma testimoniano quello che in questi anni è stato il tormentone per nulla ascoltato dai sindacati, ovvero il fatto che i sindacati non sono più in grado di rappresentare chi opera e lavorare all’interno dell’aziende.
La non rappresentatività dei sindacati è uno dei noccioli centrali che pongono le organizzazioni sindacali a non essere più credibili e determinanti per le politiche lavorative di questo Paese.
Potrebbe essere scontato affermare l’inutilità del sindacato, tuttavia, penso che il sindacato possa e debba contribuire allo sviluppo economico e manageriale delle nostre imprese, evitando tuttavia una logica di scontro ma favorendo una logica di crescita manageriale e di sviluppo delle persone che operano all’interno dell’e aziende.
Ad oggi il lavoratore si accorge ed utilizza il sindacato sono quando ha problema con il proprio datore di lavoro, in quel caso, senza indugio di rivolge al sindacato affinché si rispettino suoi diritti, e il “Padrone” venga punito.
In questo caso il sindacato interpreta il proprio ruolo e giustamente si attiva affinché il “Padrone” rispetti la legge e i diritti dei lavoratori. Questo ad oggi è il ruolo più significativo del sindacato, diventare lo sceriffo dei diritti dei lavoratore, ovvero intervenire non per proporre ma per correggere o vigilare, un ruolo ormai inadeguato e comunque troppo limitato per chi si vanta di rappresentare il mondo del lavoro.
Il sindacato-sceriffo, quindi utilizza l’arma della difesa del lavoratore quale strumento per fidelizzare il lavoratore al sindacato stesso, trovando quindi un alleato per una causa comune.
Tale concetto del muro contro muro., ha smesso di funzionare ormai da anni, il sindacato continua a tutelare solamente chi ha un posto di lavoro a tempo determinato, non rendonsi conto che il mercato del lavoro ha assunto dinamiche tali che quel tipo di lavoratore non è rappresentativo di un modo di lavorare che non esiste più.
Di fronte a tale scenario globale, l’unica risposta ei sindacati è quella di continuare a dire no senza tuttavia pensare a soluzioni alternative orientate a sviluppare il lavoratore (maggiori competenze ed opportunità) e le aziende che forniscono lavoro.
E’ ovvio che è più facile dire no è rimanere fermi su “posizioni”, peccato che queste “posizioni” ad oggi non siano più considerabili credibili, per chi è rappresentato (o non rappresentato) e per la controparte con cui si confrontano (Governo e Imprese).
I sindacati dichiarano di essere gli unici interlocutori credibili nel mercato del lavoro, se così fosse quali sono le soluzioni proposte per affrontare nuovi scenari competitivi con cui le imprese oggi si trovano a scontrarsi?
Appare evidente che oggi il sindacato deve riappropriarsi di un ruolo diverso, deve essere realmente interlocutore privilegiato per discutere di lavoro, di competitività e di crescita delle imprese, dell’economia e soprattutto del lavoratore.
Ieri sul Corriere della Sera, nel commentare il discorso del Presidente Napolitano si citava il ruolo della GCIL attraverso l’interpretazione che ne diede Giuseppe Di Vittorio, attraverso il famoso “Piano per il lavoro”, forse è ora di iniziare a ripensare strutturalmente al lavoro evitando di abusare rendendo ridicolo lo strumento dello sciopero come continua indistintamente a fare la FIOM.
Concludo con una domanda: “E’ giusto pensare che un Sindacato moderno abbia interesse a tutelare i diritti dei lavoratori ma allo stesso tempo possa contribuire ad uno sviluppo competitivo dell’impresa che occupa i lavoratori?” Per me la risposta è scontata, il Sindacato dovrebbe accompagnare l’impresa ad essere maggiormente competitiva per garantire una migliore qualità di vita ai propri lavoratori, diventando un interlocutore credibile e soprattutto competente delle tematiche manageriali necessarie ad accompagnare un’impresa verso un traguardo di sostenibilità manageriale e competitività sui mercati globali.
Mi aspetto dagli amici sindacalisti critiche ma anche confronti costruttivi per definire un nuovo ed indispensabile ruolo dei sindacati utile a definire un nuovo modello o mercato del lavoro.
febbraio 12, 2013 alle 10:31 PM
Considero questo articolo estremamente fumoso e vergognoso ; non capisco per quali motivi si dica che il sindacato è inutile. Sappiate che sono le aziende che puntano a tagliare i diritti e il salario dei lavoratori non certo il sindacato. Vero è che una buona parte degli italiani te compreso delegittima il sindacato indebolendone la forza che sta tutta nell’essere uniti e coesi nella lotta alla difesa di quei diritti che fanno ancora la differenza tra l’italia e i paesi del terzo mondo! Ma forse gli italiani desiderano stare dalla parte di chi se ne sbatte della qualità di vita dei lavoratori e darsi la zappa sui piedi !!
febbraio 12, 2013 alle 10:38 PM
Comprendo il tuo punto di vista. Il post nasce con la volontà di sottolineare l’inadeguatezza del ruolo del sindacato, sempre più in difficoltà nel accompagnare le imprese nel superare difficoltà o condividere scelte. Oggi il sindacato non è in grado di essere partner del lavoratore e delle imprese. È finita l’era delle lotte o delle posizioni, occorre trovare ed interpretare un altro ruolo. Il sindacato così com’è oggi è lontano anni luce dal saper affrontare i nuovi scenari che i lavoratori e le imprese si trovano ad affrontare.
aprile 13, 2018 alle 9:15 am
Hai ragione quando dici che sono le aziende a tagliare salari e ridurre i diritti dei lavoratori, ma il sindacato non fa altro che aiutare le aziende a farlo, vogliono fare compromessi che vanno contro i lavoratori, e non fanno valere gli stessi ai lavoratori.
Mi domando a cosa servono i sindacati se questo il ruolo che devono svolgere è non lo svolgono in nessun modo, per di più ci si deve rivolgere ad avvocati privati per avere un po’ di giustizia e far valere i propri diritti.
Inoltre chi ha firmato i nuovi contratti, non di certo i lavoratori.
marzo 11, 2013 alle 10:33 PM
Ognuno di noi parla e argomenta su esperienze di vita vissuta in prima persona o nel peggiore dei casi per sentito dire … e mi sa tanto che tu parli per sentito dire perché non capisco bene di quali lotte o di quali posizioni il sindacato si stia rendendo ultimamente protagonista… è proprio questa assenza di protagonismo che lo rende inutile! Il sindacato oggi semplicemente non c’è, non reagisce, ma lascia fare di tutto e di più, quindi perfettamente in linea con le scelte liberiste di questa Europa fallita! Il sindacato deve trovare la forza di reagire contro questa politica incompetente e truffaldina, prenderne le distanze e lottare ma non con lo sciopero ma con i referendum per abrogare tutte quelle leggi che danneggiano lavoro, lavoratori e imprese … contro i mega compensi dei dirigenti non solo pubblici ma anche privati, come è stato fatto in svizzera con referendum, contro il finanziamento pubblico abnorme della politica, e contro questa politica che fa morire le PMI a vantaggio delle grandi multinazionali … contro il cappio al collo della bce, fmi, ue che farà morire l’Italia di austerità … altro che sindacati !!!
marzo 13, 2013 alle 5:18 PM
Io parlo in funzione di ciò che vedo e faccio evitando un qualunquismo di fondo tipico di chi non sa concretamente cosa proporre!
Maggio 31, 2013 alle 1:50 PM
Il sindacato non serve a niente… e la prova sta all’ ospedale di Alessandria che non ha pagato il 30% di straordinario e i sindacati non hanno neanche avvisato i loro associati
Maggio 1, 2014 alle 9:45 PM
I sindacati fanno solo una fantomatica lotta con il padrone difendono solo se stessi e parassiti
luglio 14, 2014 alle 10:35 am
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