sostenibilità
Anno nuovo, blog nuovo!
Serve ancora un blog? C’è ancora qualcuno che legge blog? In entrambi i casi la mia risposta è SI!. Il blog “management sostenibile” esiste dal 2008, si, il prossimo anno sono 10. Le due domande iniziali mi hanno tormentato più volte nel corso dell’ultimo anno, tanto che i più attenti si saranno accorti che la frequenza dei post è, rispetto al passato radicalmente diminuita, tra i motivi non solo il tempo (è solo un ottimo alibi), ma il ripensare a contenuti e strumenti diversi rispetto al passato.
Il 2017 vuole quindi segnare l’evoluzione di questa finestra sul mondo. Leggi il seguito di questo post »
Crescere con rispetto
Giovedì 24 novembre inizia un ciclo di incontri finalizzato ad innescare un confronto tra impresa, comunità e pubblica amministrazione presso un distretto industriale a me molto caro. La mia città Valenza, è sede di uno dei più importanti distretti industriali italiani ed è per tale motivo che ho accettato con piacere di sostenere questo tipo di iniziativa. Nessuna ricetta pre confezionata, nessuna certezza, solo la voglia di mettere a confronto esperienze e modi di fare impresa, o meglio di fare sistema diversi che guardano con interesse alla capacità competitiva e alla sostenibilità.
Si parte con Olivetti, con la sua storia, con la sua visione e con il suo concetto di sistema. Dal mio punto di vista porterò un contributo sul legame esistente tra la CSR, il business e il territorio. Capisco che la location non sia abituale, ma invito chi è nelle vicinanze a partecipare ad una serata sicuramente diversa. Con me Emanuela Ceva, professore associato di filosofia politica dell’Università di Pavia, e Michele Filippo Fontefrancesco, antropologo presso l’Università di Scienze Gastronomiche e la Durham University. Ci vediamo giovedì alle 21.00 presso il Centro comunale di Cultura a Valenza (AL) in piazza XXXI Martiri.
Quando l’inclusione genera innovazione: Microsoft assume lavoratori affetti da autismo.
Un passo importante all’interno del perimetro della global inclusion è stato fatto proprio in questi giorni da Microsoft che ha deciso di avviare un programma di inclusione per lavoratori affetti da autismo.
La notizia di per sé rappresenta un traguardo, la trasformazione di un vincolo in opportunità; come si legge dal blog di Microsoft, sostengo in principio della forza della diversità come valore aggiunto, come elemento in grado di accelerare i processi innovativi, tuttavia dietro questo traguardo esiste un’ulteriore chiave di lettura che potrebbe raffreddare l’entusiasmo.
Il motivo per cui Microsoft si avvicina la mondo dell’autismo è soprattutto (non è l’unico motivo ma certo ha un peso rilevante) è senza dubbio la spinta fornita da Mary Ellen Smith vice presidente di Microsoft e madre di un figlio di 19 anni affetto da autismo.
Come per le iniziative di CSR di primo livello, questa attività di inclusione è comunque in grado di generare valore sociale e collettivo, tuttavia rappresenta un esempio di inclusione di primo livello, ovvero un’azione mirata a favorire l’inserimento e il coinvolgimento di persone “diverse” ma non ancora un esempio di progetto integrato di inclusione, almeno per il momento. Leggi il seguito di questo post »
“Non si può fare!”. Siamo sicuri? Il management sostenibile deve osare e proporre scenari inimmaginabili
Quante volte sentiamo pronunciare questa frase all’interno delle organizzazioni? La risposta è direttamente proporzionale alla resistenza al cambiamento e alla propensione di non innovare. Molti dei modelli che continuiamo a trovare all’interno delle imprese sono la replica e/o il maquillage di modelli pensati in epoche diverse, per persone diverse, per mercati e clienti differenti.
E’ quindi giunto il momento di ripensare al nuovo management? Ad una management revolution come titolava nel 1991 Tom Peters in Thriving on Chaos: Handbook for a Management Revolution? Rispondere affermativamente significherebbe entrare in un paradigma di pensiero, la volontà di questo post è quello di uscire dal modo di pensare aziendale, tutto basato su efficacia ed efficienza (ovviamente relativa) ed immaginare l’azienda come una comunità, all’interno della quale gli stakeholder hanno pari dignità. Leggi il seguito di questo post »
Newton all’interno del Rapporto di sostenibilità 2013 di Intesa San Paolo
Quando la formazione diventa un’azione di CSR, potrebbe essere questo il caso del progetto che stiamo sviluppando per Intesa San Paolo Vita, che ha già visto coinvolte oltre 150 persone e che si è meritato la citazione all’interno del report di sostenibilità del Gruppo Intesa San Paolo.
Non nascondo una certa soddisfazione per aver costruito insieme ai colleghi della formazione manageriale di Intesa San Paolo e dell’unità CSR questo progetto formativo: “ che fa della condivisione dei valori aziendali i pilastri per l’integrazione di culture e mestieri. L’iniziativa si svolge attraverso i racconti dei partecipanti che, in una logica coerente con il Codice Etico, valorizzano le loro esperienze e “allenano” la capacità di adottare una “visione multi stakeholder”nelle situazioni personali e professionali.” Tratto da pag 63 del rapporto di sostenibilità 2013 di Banca Intesa San Paolo.
Leggendo questo risultato in un’altra ottica, posso affermare che Newton ha sviluppato un’iniziativa di CSR di terzo livello, riuscendo quindi a fondere il proprio core business in un’iniziativa di CSR per un proprio cliente. Si tratta di un risultato che può apparire anche banale, ma banale non è. Leggi il seguito di questo post »
L’autogol di Dolce&Gabbana vanifica le azioni di CSR
In questo caso non esistono altri termini che autogol. Il comportamento assunto ieri da D&G, rispetto all’affermazione dell’Assessore al Commercio del Comune di Milano Franco D’Alfonso, rappresenta per molti versi un comportamento che può portare con se più criticità che benefici.
Reagire in quel modo insultando l’istituzione comunale semplicemente per il fatto di aver riportato un fatto e non un’opinione (D&G sono stati condannati e questo è un fatto) può essere di per sé discutibile, tuttavia assume una gravità ulteriore se si legge con attenzione quanto dichiarato nel codice etico della società che provo a riportare di seguito nei suoi passaggi più significativi: Leggi il seguito di questo post »
Ferrero vince su Google: quando la sostenibilità fa la differenza
E’ stata recentemente presentata la ricerca realizzata da Universum (pubblicata anche su corriere.it) che ha coinvolto oltre 20.000 studenti relativa al posto ideale in cui lavorare, e per la prima volta Ferrero non solo è al primo posto ma ha superato Google che negli ultimi anni è risultata prima in classifica in diverse ricerche analoghe.
Secondo Giovanni Ferrero Amministratore Delegato di Ferrero, il motivo di tale risultato è dovuto al fatto che Ferrero è realmente un’azienda “glocal”, un termine che non trova migliore aderenza rispetto alla realtà Ferrero. Leggi il seguito di questo post »
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