Management sostenibile

Fondazione Mani Intelligenti reinventare la formazione professionale e l’employer branding di territorio

Postato il giugno 27, 2018 Aggiornato il giugno 27, 2018

Ieri mattina è nata la Fondazione Mani Intelligenti di cui ho auto l’onore e il piacere di aver accompagnato fin dalla sua origine. Un progetto complesso, con un’ambizione importante che unisce territori locali e internazionali e che fonda la sua esistenza sul ripensare al ruolo dell’artigiano professionista, delle imprese e degli approcci formativi utili a mantenere know-how unici al mondo.

Mani intelligenti nasce a Valenza, capitale mondiale dell’alta gioielleria, un territorio dove viene prodotta la maggior parte della produzione mondiale del gioiello, dove nascono i gioielli dei più importanti brand mondiali e del made in Italy.

Quattordici aziende (BMC, Bulgari, Costanzo e Rizzetto, Giorgio Visconti, Crivelli, Greco, Pasquale Bruni, Palmiero, Vendorafa lombardi, VPA, Gioj, Leo Pizzo, Filostil e Damiani) differenziate per brand, tipologia di produzione e posizionamento hanno deciso di unire i loro sforzi per colmare un importante gap generazionale.

Negli ultimi 20 anni sono state perse quasi due generazioni di maestri artigiani per differenti motivazioni, forse anche a causa dall’incapacità delle aziende di definire un modello attrattivo e sostenibile per i giovani.

Oggi i numeri del mercato mondiale del gioiello, e soprattutto i trend di crescita prospettici dimostrano una potenziale espansione della produzione di alta gamma, tale crescita si scontra con una difficoltà nel formare e ricercare nuovi talenti.

Oggi formare un giovane e portarlo alla maturità e all’autonomia produttiva, necessita di un investimento temporale compreso tra i 5 e i 7 anni, un tempo che una volta veniva interamente assorbito dalla bottega artigiana che oggi non è più sostenibile sia per i costi che per le esigenze e ambizioni dei giovani.

Se un tempo il giovane talento orafo iniziava la propria carriera a 14 anni, oggi i profili ricercati sono totalmente altri, neo diplomati con età compresa tra  i 18 e i 20 anni, se non addirittura laureati.

Reinventare la formazione professionale significa quindi accelerare questi tempi fornendo un meccanismo di apprendimento in grado di supportare il giovane talento orafo sin dai primi passi anche attraverso un differente confronto con il mondo dell’impresa. Lo strumento dello stage operativo a rotazione, ovvero con l’opportunità di vedere ciclicamente differenti realtà, unito con un confronto di “mani” variegato dato dai maestri orafi che producono all’interno delle aziende prestigiose diventa la giusta formula per costruire un nuovo ruolo anche sociale del maestro orafo.

La sfida di Mani Intelligenti tuttavia non è solo legata alla formazione, ma all’attrattività dei giovani. La formazione di eccellenza non basta, così come non bastano le prospettive occupazionali garantite, occorre saper comunicare il valore unico di un mestiere che sa coniugare i più preziosi elementi del made in italy con l’innovazione tecnologica, diventando un mestiere che pur vivendo di tradizione ha saputo integrare competenze differenti e un alto livello di tecnologia. Si tratta in altri termini di avviare un’operazione d employer brandig di territorio, una formula molto diversa dal tradizionale employer branding, che coniuga la necessita di assumere una prospettiva più ambia rispetto ai singoli confini delle singole aziende.

Dietro a questa Fondazione c’è indirettamente un progetto di CSR importante che si coniuga con il vero rispetto e valorizzazione di tutti gli stakeholder coinvolti; la partecipazione del Comune di Valenza che ne ha curato sin dall’inizio il coordinamento, la partecipazione dei brand che hanno la forza di comunicare il territorio e il valore intrinseco, la passione e la peculiarità dei produttori che ogni giorno coltivano e custodiscono competenze, diventa un mix di elementi che direttamente o indirettamente può avere importanti ricadute in termini di impatto sociale ed economico. Un primo passo è stato fatto, ora occorre aprire ad altri soci affinché realmente la Fondazione Mani Intelligenti possa diventare sistema.