Lateral Recruitment

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Ho già parlato lo scorso anno di questo tema, vorrei solo quindi approfondire e ribadire un concetto che ritengo fondamentale per ogni azienda che voglia proiettarsi in una nuova dimensione arricchendo la propria organizzazione di stimoli e visioni nuove ed innovative.

 

Il reclutamento laterale, si traduce infatti nella volontà di sostituire (quasi sempre si tratta di sostituzione) o integrare un nuovo ruolo all’interno dell’organizzazione, cercando profili professionali che appartengano a settori diversi rispetto a quello in cui opera l’organizzazione. Apparentemente fare reclutamento laterale non dovrebbe comportare particolari difficoltà, nella realtà dei fatti così non è. Speso la volontà di cercare persone con esperienze differenti si traduce all’interno delle organizzazioni in una serie infinite di resistenze, che impediscono la trasversalità delle esperienze. Molte realtà sono ancora ancorate a pregiudizi e convinzioni che fanno fatica a reggere rispetto al contesto sempre più interconnesso in cui vivono ed operano le aziende.

 

Per molto tempo (ed ancora oggi per certi versi lo è) era pensiero diffuso che fosse meglio sostituire una persona con un’altra appartenente allo stesso settore, solamente per una più rapida appropriazione del nuovo ruolo. Questa visione prevede quindi che l’aspetto principale su cui valutare un manager (o un top manager) fosse la conoscenza tecnica dell’ambito in cui agire, considerando il resto come marginale. Il lateral recruitment testimonia il contrario, ovvero la priorità con cui scegliere un ruolo strategico non può essere limitata alla conoscenza del settore, ma alle capacità e soprattutto alla capacità di adattarsi ai nuovi settori/contesti. In un contesto sempre più complesso e interconnesso, la conoscenza del settore in cui oggi opera un’azienda è per definizione molto dinamico, e quindi anche la conoscenza del settore non è più frutto di una stratificazione dell’esperienza, ma della capacità di cogliere questo dinamismo.

 

A tutto ciò si aggiunge la possibilità di integrare all’interno del’organizzazione una nuova visione, vergine rispetto ad ortodossie e paradigmi proprio di contesto.

 

Secondo Michel Page Executive Search, nel 2011 il collocamento di top manager in settori diversi dal proprio è cresciuto del 100% con aumenti retributivi significativi (fino al 35%). Questo dato rappresenta un segnale forte rispetto ad un possibile cambio di tendenza spesso radicata ma poco attuale con le reali necessità di aziende che si confrontano in realtà multidimensionali.

 

Sarebbe interessante correlare il lateral recruitment con il settore di appartenenza in cui è stato utilizzato, non mi sorprenderebbe che tra i settori che più lo hanno sperimentato ci siano quelli che vivono una maggiore turbolenza.

 

 

 

 

 

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