Il ritorno dell’investimento sociale
Valore sociale e valore economico sono in contrasto tra loro? Non direi. Sempre più spesso il valore economico passa attraverso lo sviluppo di valore sociale. In momenti di crisi, come quelli attuali, generare valore sociale non appare semplice o immediato per il fatto che per generarlo occorre una propulsione economica che non sempre è presente.
I ruoli della pubblica amministrazione, delle imprese e del terzo settore diventano quindi centrali per riuscire a generare un contesto dove valore sociale e valore economico possano essere considerati come facce della stessa medaglia, ovvero non può esistere valore sociale senza valore economico, ma non può neppure esistere valore economico senza valore sociale.
L’esperienza maturata in questi anni nell’ambito della valutazione degli elementi intangibili presenti al’interno delle organizzazione aziendali, mi ha permesso di fare una riflessione che vorrei condividere con voi per riuscire a trovare un più efficace legame tra valore economico e valore sociale.
La valutazione degli asset intangibili presenti all’interno delle aziende risulta necessario per riuscire a determinare la prospettiva di competitività della stessa, ovvero capire se l’organizzazione è in grado di poter autogenerare valore in un periodo temporale di medio periodo (e non solo di brevissimo).
La stessa analisi è possibile applicarla in un contesto molto diverso, quello non profit, dove non si parlerà di competitività, ma di generazione di valore sociale.
A fronte di un contributo economico elargito da uno sponsor pubblico o privato, l’organizzazione non profit e lo sponsor hanno un interesse comune, fare in modo che quel contributo possa massimizzare la generazione di valore sociale.
Per riuscire a raggiungere questo obiettivo occorre superare alcuni paradigmi che fino ad oggi hanno contraddistinto il processo di domanda e offerta di contributi nell’ambito non profit; si tratta in altri termini di spostare il perimetro dell’interesse degli attori coinvolti.
Il partner finanziatore deve iniziare ad interessasi maggiormente dell’effettivo risvolto sociale garantito dal contributo erogato, non nell’ottica del controllore ma nell’ottica dello sparring partner dell’ente beneficiario; l’organizzazione non profit dall’altra parte deve impegnarsi a darsi degli obiettivi rispetto alla generazione di nuovo valore sociale, cercando percorso non standard, dimostrando ancor prima di richiedere il contributo la disponibilità ad avere una visione di sviluppo il ampia possibile.
Il Social Value Index – SVI©, rappresenta quindi una metodologia di analisi del ritorno dell’investimento sociale che consente ai soggetti coinvolti nella generazione di valore sociale di intraprendere un percorso di sviluppo basato su logiche e dinamiche diverse a quanto oggi viene richiesto e garantito.
Tale metodologia prevede di monitorare ciò che accade prima, durante e dopo l’assegnazione del contributo non in un’ottica di controllo ma in un’ottica di presa di consapevolezza rispetto alle potenzialità che l’organizzazione richiedente è in grado di offrire ai propri stakeholders.
Lo SVI non vuole essere un duplicato concettuale del bilancio sociale delle organizzazione non profit. Si pone come strumento per gestire in maniera dinamica ciò che accade all’interno di un’organizzazione senza dover aspettare un momento consuntivo.
I partner non profit, troppo spesso vivono in maniera reattiva, perdendo di vista scenari non sempre evidenti che potrebbero essere aggrediti se avesse una maggiore sensibilità rispetto alle scelte strategiche correlato allo sviluppo di servizi in grado di incrementare il valore sociale generato.
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