libro d’oro

Viaggio nella CSR Italiana – 2° puntata. Il caso Indesit Company “Io lavoro in sicurezza”

Postato il Aggiornato il

Continua il viaggio tra le iniziative riconosciute di corporate social responsibility delle imprese italiane. Il progetto che prenderemo in considerazione riguarda la “valorizzazione del capitale umano”, in particolare una delle azioni che Indesit Company ha messo in atto durante il 2009. Il progetto “io lavoro in sicurezza” come potrete approfondire di seguito mira ad incrementare la sensibilità dei lavoratori rispetto alla sicurezza sul posto di lavoro, tanto da aver ottenuto l’avallo dell’INAIL Marche.

Leggendo quando pubblicato sul Libro d’oro della responsabilità sociale edizione 2009 rispetto al progetto “io lavoro in sicurezza” possiamo considerare questo come espressione di una CSR assolutamente primitiva ed ancora sganciata da logiche di competitività. Non è sicuramente molto innovativo preoccuparsi della sicurezza dei propri operai, non dovrebbe essere nemmeno momento di vanto, dovrebbero essere un bisogno implicito non solo da soddisfare ma da presidiare e soddisfare continuamente. Anche questa è CSR? Probabilmente si, tuttavia forse siamo più vicini alla soddisfazione di bisogni primari irrinunciabili che ad azioni di politica di responsabilità sociale. 

Il Caso “Io lavoro in sicurezza” (tratto dal Libro d’oro della responsabilità sociale 2009 Ed. Sodalitas)

Problema

Nel secondo rapporto su ”Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra

leggi inapplicate e diritti negati” presentato dall’ANMIL – Associazione

Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro (2008) emerge che quello delle

“morti bianche” è per l’Italia un problema tutt’altro che trascurabile: si

tratta piuttosto di una vera e propria emergenza sociale, per cui è urgente

trovare soluzioni efficaci.

Soluzione

Il progetto “Io lavoro in sicurezza” è stato pensato e costruito a partire da un

coinvolgimento diretto dei lavoratori del Gruppo nelle Marche, cui è stato

chiesto di compilare un questionario sull’analisi dei rischio sul lavoro e di

individuare uno slogan per la diffusione della campagna: le frasi raccolte

sono state poi riprodotte sulle divise e sui poster in uso presso i rispettivi

stabilimenti, per sensibilizzare i lavoratori sui rischi specifici connessi a

ciascuna mansione.

Il progetto “Io lavoro in sicurezza!” si è poi concretizzato in differenti

iniziative ed attività, tra cui:

– l’organizzazione di un corso di informazione e formazione sulla

sicurezza cui tutti i dipendenti, al momento dell’assunzione, sono

obbligatoriamente chiamati a partecipare;

– l’elaborazione – per ogni impianto, stabilimento e sede Indesit – di

un piano per la gestione delle emergenze (salute e sicurezza);

– la predisposizione di un sistema di gestione della sicurezza via web

che raccolga, per ogni dipendente, i dati relativi a visite mediche

periodiche, dispositivi di protezione e mappatura dei rischi

individuali (per tipologia di lavoro e per posizione), formazione e

informazione sugli aspetti legati alla salute e sicurezza. Questo

strumento, attivato in Italia nel corso del 2008, consente di

costruire, in maniera omogenea e ordinata, uno storico per ogni

dipendente, a partire dal quale elaborare più consapevolmente i

piani di miglioramento e di azione successivi;

– la modifica del ciclo di verniciatura da alto solvente a polvere, per

migliorare la sicurezza fisica dei lavoratori e per garantire un

maggiore rispetto per l’ambiente.

Tutte queste azioni sono state elaborate in conformità alle leggi vigenti in

ogni Paese e alle linee guida ILO su salute e sicurezza sul lavoro.

Risultati

Il progetto “Io lavoro in sicurezza”, che Indesit Company intende riproporre

annualmente con le medesime caratteristiche, ha ottenuto l’avallo

dell’INAIL Marche, che ha inserito questa collaborazione sperimentale in

un protocollo generale stipulato con la Regione.

Il progetto ha inoltre migliorato il livello di consapevolezza dei dipendenti

circa l’importanza della prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Pubblicità

Viaggio nella CSR italiana – 1° puntata. Il caso Fonti di Vinadio – Sant’Anna Bio Bottle

Postato il Aggiornato il

Inizia come preannunciato qualche settimana un viaggio tra le iniziative riconosciute di corporate social responsibility delle imprese italiane. Ho scelto di presentare alcune iniziative tra quelle pubblicate nel Libro d’oro della responsabilità sociale realizzato puntualmente dalla fondazione Sodalitas.  

Ogni anno infatti attraverso  il Sodalitas Social Award, aziende ed enti pubblici e non profit hanno l’opportunità di segnalare le iniziative di CSR svolte durante l’anno precedente.  Io mi limiterò a commentare e presentare solamente le iniziative dell’edizione 2009 non considerando volutamente le precedenti 6 edizioni.

Il motivo di questo viaggio è quello di iniziare un confronto tra le diverse interpretazione che si hanno di csr, dove tutto realmente può essere ricondotto a responsabilità sociale, anche iniziative che fino a qualche hanno fa rientravano nella normale conduzione della vita manageriale d’impresa.

Questa estensione, e a volte inflazione, ha portato ovviamente dei benefici, soprattutto nella misura in cui molte più persone/aziende parlano ormai comunemente di CRS, ma ha portato anche delle deficienze rappresentate dalla banalizzazione del concetto di responsabilità sociale.

Faccio un esempio estremo, se dichiaro di pagare regolarmente gli stipendi ai miei dipendenti sto compiendo un’azione di CSR? A mio avviso no, tuttavia alcune delle iniziative proposte e giustamente raccolte dal Sodalitas social award non si discostano molto dal mio esempio.

Forse in questa fase primitiva di sviluppo del concetto di csr è giusto non porre vincoli a quello che può essere socialmente responsabile certo è che per il futuro si renderà forse necessario alzare maggiormente l’asticella dell’impegno verso la Responsabilità (con la R maiuscola) sociale d’impresa.

Il caso Sant’Anna Bio Bottle (tratto dal Libro d’oro della responsabilità sociale 2009 Ed. Sodalitas)

Problema

La rivoluzione ecosostenibile deve cominciare dalle piccole scelte

quotidiane, che riguardano prima di tutto i prodotti di largo consumo.

È importante dunque che l’offerta a disposizione dei consumatori sia il più

possibile attenta e vicina alle esigenze ambientali del pianeta, e si strutturi

alla luce di queste.

Leggi il seguito di questo post »