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Eataly: l’Apple italiana!

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Facendo lo sforzo di immaginare una realtà imprenditoriale italiana che assomigli a ciò che oggi rappresenta Apple, mi viene sempre più spesso in mente Eataly, che proprio ieri ha aperto un punto vendita anche a New York, inaugurando quello che ad oggi è il più grande mercato gastronomico di prodotti italiani in USA.

Per qualcuno l’accostamento tra Apple e Eataly potrebbe essere azzardato, in realtà le affinità sono più di una soprattutto per la capacità di entrambe di aver saputo inventare e creare un nuovo mercato di riferimento che prima di allora non esisteva; a questo potremmo aggiungere la capacità, ma soprattutto la visione dei due fondatori di un mondo diverso e di scenari competitivi diversi e meno ortodossi.

L’elemento più affascinante di entrambe le realtà, ma soprattutto di Eataly, che opera in un business ultra consolidato, è ed è stata la capacità di saper interpretare e creare una nuova cultura gastronomica attingendo da ciò esiste da sempre, ovvero dalla cultura e dai territori che producono le eccellenze alimentali italiane.

Leggendo l’articolo di Oscar Farinetti su La stampa di ieri, emerge ancora di più la capacità di un imprenditore che continua ad essere dotato di un elemento che è in grado, sempre più spesso di generare innovazione: la curiosità.

Farinetti afferma che l’idea di Eataly New York, è maturata oltre tre anni, ma che appunto tre anni fa aveva un’idea di Eataly completamente differente rispetto a quella di oggi, è mutata nel tempo, perdendo quella presunzione che probabilmente avrebbe compromesso il successo.

Ha saputo in altre parole uscire da ogni paradigma legato alla cultura gastronomica americana, immaginando e riuscendo a sfruttare la contaminazione tra le culture (non solo da un punto di vista gastronomico),  assaporando e valorizzando ciò che di buono è presente sui territori americani affiancandoli alla nostra tradizione.

Di Apple non ce ne sono molte,  soprattutto in Italia, il fatto di essere riusciti a creare una realtà come Eataly, che oggi si affaccia su uno scenario globale non è sicuramente uno scherzo e per tale motivo vale la pena capire i motivi del successo per poter replicare anche in altri contesti. Ognuno di noi può immaginare per la propria organizzazione percorsi differenti, bisogna aver il coraggio di proporre e la capacità di ascoltare le proposte.

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La lezione di Obama

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Ancora una volta il Presidente Barack Obama ha dato una lezione non solo sul piano civile o politico ma anche su quello manageriale. Mi riferisco alla scelta di autorizzare la costruzione della Moschea nei pressi di Ground Zero, la sua motivazione è stata molto semplice (si fa per dire) :”Siamo l’America” ovvero non dimentichiamoci chi siamo, quando abbiamo lottato per essere quello che diciamo voler essere. Questo tipo di ragionamento implica una grande coerenza, oltre che grande coraggio, sopratutto per il fatto che oltre il 55% degli elettori liberal di New York sono contrari alla Moschea. Ma cosa c’entra Obama con il management sostenibile? Molto, mi vien da pensare, non tanto per la decisione della Moschea di cui non entro nel merito, quanto per le scelte e per la coerenza delle stesse.

Coerenza, coraggio, scelte apparentemente impopolari, ma sane nei principi, dovrebbero contraddistinguere ogni organizzazione che vuole continuare ad essere competitiva. Quante volte il management aziendale, rifiuta di prendere posizioni definite, pur avendo valori aziendali dichiarati e stampati su tutti i muri dell’azienda in grado di sostenere la scelta impopolare, quante volte il management aziendale compie scelte incoerenti rispetto alla cultura aziendale, quante volte il management aziendale non ha il coraggio di assumersi fino in fondo la propria responsabilità per il bene dell’azienda stessa?

Ci sono realtà nelle quali la chiarezza, il coraggio ma anche il senso di responsabilità rispetto ai principali stakeholder, sono molto evidenti, forse fin tropo, mi riferisco al caso HP e al caso Apple, il primo ha visto il licenziamento del CEO per condotta “antiaziendale”, il secondo ha visto il licenziamento di un manager probabilmente incapace (il progettista dell’antenna del nuovo iPhone4), entrambe le azioni unite da un unico fine quello di tutelare la reputazione dell’azienda, e garantire una crescita fiduciaria dei principali stakeholder, in primo luogo dipendenti e clienti.

Azioni di management sostenibili sono quelle che consentono a tutti gli stekeholder di aver chiara la condotta che l’organizzazione con cui si ha a che fare sta cercando di mantenere , in modo da poterla difendere o affossare a seconda della mancanza di coerenza.

Sono quindi anche questi gli elementi che dovrebbero emerge nei report di sostenibilità