precariato
Agenzie interinali sull’orlo di una crisi…
In questi momenti di ridefinizione del futuro mercato del lavoro, chi teme di perdere una propria posizione sembrano proprio essere le agenzie interinali, luoghi che in questi anni di flessibilità (precariato) non sono state in grado di trovare un proprio ruolo maturo e credibile, per lo meno non tutte.
Se è vero che le nuove politiche del lavoro dovrebbero riuscire a sposare un approccio attivo al lavoro, con strategie di ricollocamento che spingano ad incontrare aziende e lavoratori, è anche vero che questo ruolo fino ad oggi doveva essere giocato dalle agenzie interinali che, al contrario hanno avuto un ruolo di semplice mediazione pura e semplice, seguendo una richiesta emergente di un mercato non disciplinato, non maturo, ma soprattutto instabile.
Se cambia lo scenario, cambierà anche il ruolo delle agenzie interinali, che difficilmente potranno permettersi di reggere il confronto con chi in questi anni ha portato avanti con tutte le difficoltà del pubblico un ruolo primario nelle politiche di ricollocamento, orientamento e maturazione professionale, mi riferisco ai Centri per l’Impiego. Leggi il seguito di questo post »
Contraddizioni papali
Il management sostenibile entra anche in vaticano, o meglio dovrebbe entrare anche in Vaticano. Domenica 28 dicembre Benedetto XVI si dice preoccupato del “lavoro precario” facendo appello per garantire condizioni di lavoro dignitose per tutti. Una posizione quella assunta dal Papa certamente condivisibile e necessaria visto lo scenario del mondo del lavoro sempre più frammentato e governato da incertezza. Accanto a questo appello, è emersa tuttavia la denuncia di Valeria Pireddu, hostess dell’Opera Romana Pellegrinaggi che afferma che per anni ha lavorato “in nero” e ancora oggi senza un contratto di lavoro. Non è mia intenzione dare in questa sede giudizi sulla situazione che andrebbe per lo meno verificata e approfondita, ciò su cui vale la pena soffermarsi sono gli atteggiamenti incoerenti che ancora una volta coinvolgono le organizzazioni in questo caso il Vaticano nella sua globalità. L’atteggiamento secondo quanto raccontato dalla Pireddu è quello di giocare sulla grande contraddizione che associa il non profit con il lavoro volontario, il che può essere giustificato solo se realmente si tratta di volontariato organizzato e prestato nelle forme previste. Poiché dietro ai pellegrinaggi di sviluppa un business di notevoli proporzioni, il fatto voler volutamente far passare il lavoro delle hostess, come lavoro volontario appare alquanto incoerente e contraddittorio non solo con il proclama del Papa ma con i principi cardine della Chiesa Romana. Se certe leggerezze possono essere commesse, e comunque non giustificabili, da alcuni enti non profit, non le possiamo accettare dal Vaticano. Tali azioni rischiano tra l’altro di compromettere la reputazione del volontariato agendo proprio sull’ambiguità tra il prestare gratuitamente o meno il proprio tempo generando confusioni tra i potenziali volontari o finanziatori del terzo settore.