Agenzie interinali sull’orlo di una crisi…
In questi momenti di ridefinizione del futuro mercato del lavoro, chi teme di perdere una propria posizione sembrano proprio essere le agenzie interinali, luoghi che in questi anni di flessibilità (precariato) non sono state in grado di trovare un proprio ruolo maturo e credibile, per lo meno non tutte.
Se è vero che le nuove politiche del lavoro dovrebbero riuscire a sposare un approccio attivo al lavoro, con strategie di ricollocamento che spingano ad incontrare aziende e lavoratori, è anche vero che questo ruolo fino ad oggi doveva essere giocato dalle agenzie interinali che, al contrario hanno avuto un ruolo di semplice mediazione pura e semplice, seguendo una richiesta emergente di un mercato non disciplinato, non maturo, ma soprattutto instabile.
Se cambia lo scenario, cambierà anche il ruolo delle agenzie interinali, che difficilmente potranno permettersi di reggere il confronto con chi in questi anni ha portato avanti con tutte le difficoltà del pubblico un ruolo primario nelle politiche di ricollocamento, orientamento e maturazione professionale, mi riferisco ai Centri per l’Impiego.
Ho già parlato del ruolo di queste strutture qualche mese fa, ritorno sull’argomento perché sul Corriere della Sera di ieri, ho letto l’intervento di Stefano Scabbio di ManpowerGroup Italia, dove, forse più per difesa e per timore del cambiamento dichiarava: “i servizi pubblici in Italia (riferiti ovviamente ai CPI) non hanno le professionalità necessarie e preparate per gestire simili attività (riferito alle politiche attive di ricollocamento), mentre queste competenze oggi sono presenti nel network professionale e capillare che è quello delle agenzie per il lavoro”.
Il problema evidenziato da Scabbio esiste, ma è esattamente all’opposto di come viene presentato. Il ruolo della pubblica amministrazione, soprattutto negli ultimi 3 anni di profonda crisi, ha orientato i centri per l’impiego a dotarsi di professionalità e strumenti esclusivamente finalizzati ad aiutare il lavoratore, il disoccupato, o l’inoccupato ad entrare nel mercato del lavoro, con una differenza fondamentale rispetto alle agenzie interinale, ovvero senza l’interesse di concludere un affare, senza alcuna pressione economica alle spalle e quindi con un’azione trasparente e realmente orientata all’efficacia.
Se negli ultimi 10 anni le agenzie interinali hanno sviluppato un importante business, non è certo per l’inefficienza e la non professionalità della pubblica amministrazione ma per il semplice fatto che hanno cavalcato un mercato emergente, abusato da molte imprese.
La diminuzione dell’interesse del match tra domanda e offerta garantita in precedenza dai CPI, non è generata ad una scarsa professionalità, ma alla definizione di un ruolo molto più strategico e di alto profilo rispetto quello offerto dalle agenzie internali.
Il ruolo del CPI è quello di costruire (termine orribile che rende l’idea) un lavoratore in grado di poter affrontare scenari diversi rispetto a quelli a cui è sempre stato abituato ad affrontare, offrendo consulenza, formazione, confronto, informazioni.
Il ruolo delle agenzie interinali fino ad ora è stato quello di far incontrare, senza entrare nel merito, domanda con offerta, reggendosi più sulla quantità che sulla quantità.
Il cambiamento delle politiche del lavoro deve spaventare maggiormente le agenzie di lavoro temporaneo che forse sono meno pronte di quanto dichiarano, piuttosto che i CPI.
In questo scenario in movimento, anche le imprese dovrebbero confrontarsi maggiormente con i CPI non solo per le opportunità che potrebbero nascere, ma anche per il fatto far crescere strutture pubbliche significa investire in uno stato moderno e all’altezza della situazione.
febbraio 9, 2012 alle 12:30 PM
Concordo l’esperienza delle agenzie interinali purtroppo spesso non è delle più esaltanti e si limita ad un mero passaggio di carte e contatti tra aziende e lavoratori. Alle volte succede anche che le agenzie non siano pienamente allineate con gli obiettivi delle aziende, perciò trattative e colloqui poi una volta di fronte ai referenti aziendali prendono una piega completamente diversa.
Altro discorso sono gli head hunters, che però gestiscono ruoli un po’ più prestigiosi e contatti che difficilmente il singolo riuscirebbe a procurarsi in autonomia..
Maggio 9, 2012 alle 7:12 PM
…………..Le agenzie interinali parlano di business,di professionalita’,di avanguardia,pero’ non scrivono mai che loro in realta’ cavalcano l’onda della crisi in Italia lucrando sui curriculum delle persone che vi si iscrivono…In che modo??…loro percepiscono una sorta di bonus dal welfare in funzione degli iscritti presso i loro database,quindi aprite gli occhi……sono molto disponibili nel momento in cui firmate l’autorizzazione al trattamento dei dati personali quando consegnate i CV,ma lo sono molto meno quando devono collocare seriamente le persone……devono sparire…io li definisco MANGIACADAVERI ! !
aprile 22, 2015 alle 11:23 am
Sono pienamente d’accordo con te!!!!! Io sono alla ricerca disperata di un lavoro e ho 51 anni mi sono rivolto a tuute le agenzie della mia città “LECCE” e oltre a sentirmi dire sempre la stessa risposta “non ci sono offerte di lavoro” una addrittura la “G GROUP” consegno il mio CV ritorno dopo 2 settimane e il mio CV chi sa comè si era perso……..!!!!!!!
giugno 25, 2012 alle 9:48 PM
Mi dispiace che molti percepiscano le apl in questo modo, purtroppo gli stereotipi sono ancora tanti così come le problematiche, mi rendo conto. Sicuramente la professionalità e la tipologia di servizio (chi lo ha detto, per esempio, che nelle apl non si fa orientamento ?) varia da apl ad apl; le finalità mi rendo conto sono diverse dal pubblico, ma che nei cpi venga fornito un servizio orientato all’efficacia e a costruire un lavoratore in grado di affrontare l’attuale feroce mercato del lavoro ..NO, non mi sembra proprio il caso di avventurarsi a difendere una realtà che non funziona in questo modo. Certo dovrebbe essere il loro scopo primario, ma in realtà nei cpi intravedo solo dei cpa, dei meri centri per l’amministrazione degli aspetti burocratici e formali del rapporto di lavoro; molte volte il personale neanche fornisce informazioni sui loro servizi: carta ila, voucher, corsi f.s.e, e le consulenze dello psicologo volte all’orientamento e al bilancio delle competenze non hanno un concreto seguito. Vogliamo poi parlare delle selezioni? I loro addetti mettono dei rigidi paletti, non valutando mai potenziale e competenze trasversali del candidato ( non dovrebbero forse anche orientare, educare l’azienda che attiva la ricerca a non ragionare per etichette?)
Mi rendo conto, forse anche nel caso dei cpi si cade nello stereotipo e nel pregiudizio.
Allora non generalizziamo, ve ne prego. Le generalizzazione servono solo a semplificare la realtà e non a risolvere problemi (uno dei tanti la poca serietà di una parte dell’imprenditoria italiana).
Sarebbe forse meglio affermare che in Italia cpi ed apl potrebbero funzionare meglio, non vedo un’unica strada percorribile, pubblico o privato.
Serve una riforma globale del mercato del lavoro che metta la competenza ma anche il potenziale al centro, con un’ottimale sinergia e al contempo sana concorrenza tra pubblico e privato.
giugno 28, 2012 alle 5:25 PM
Spero che sguazzino nello stesso guano che hanno creato…. Nella mia città iniziano a chiedere filiali…. GODO a come GODO….
agosto 1, 2012 alle 8:31 am
Le Agenzie di somministrazione sono un di più nell’oceano delle strutture private e pubbliche per la ricerca attiva di persone, che vanno ad adattarsi a differenti tipi di lavoro.
Una volta c’erano solo i Collocamenti, dove era obbligatoria l’iscrizione. Ora c’è il mondo e tutto viene gestito in maniera molto efficace (Agenzie di Somministrazione, Collocamenti Privati, Centri per l’Impiego).
L’unico problema delle agenzie di somminstrazione sono i periodi di lavoro (da pochi giorni a anche 12 mesi); infatti molte persone rinunciano anche a questa sistema di ricerca perchè durante l’anno possono ricevere anche più CUD di diverso valore, e di dover pagare delle cifre esagerate quando viene fatta la dichiarazione dei redditi.
Non conosco la realtà dei Collocamanti privati.
Ma conosco molto bene quella dei Centri per l’Impiego.
Sono gli ex Uffici di Collocamento.
Hanno avuto un ruolo importante nel passato.
Ora si sono rivoluzionati, cercando di diventare una sorta di Agenzia di somministrazione (a Costi ZERO), cercando di essere vicini alle persone che ci interpellano, vedendo di costruire un percorso formativo/lavorativo più che mai omogeneo.
Si offre anche la possibilità di costruzione (sempre a costo ZERO) e stesura di curricula, per le domande da parte dell’aziende (in generale), di avere un’idea so ciò che una persona ha già svolto o vorrebbe svolgere nel prossimo lavoro.
Praticamante si cerca di essere il più trasparenti e disponibili possibili, andando incontro alle esigente del cliente/utente.
marzo 19, 2013 alle 10:16 PM
A me sembra che continuano a stare in piedi, malgrado siano marce come la peggiore fogna. Hanno pure piazzato un pezzo grosso della Manpower a capo dello IOR, giusto per avere dalla parte loro anche il Vaticano. Uno schifo e basta, ecco cosa sono.
marzo 19, 2013 alle 10:19 PM
Rispetto ad un anno fa le condizioni sono molto cambiate, soprattutto lato provincie che non sono più in grado di gestire con efficacia i cpi.
marzo 19, 2013 alle 10:21 PM
Rispetto ad un anno fa le condizioni di contesto sono notevolmente cambiate soprattutto lato province che non sono più in grado di garantire un’efficacia operativa ai cpi.
marzo 20, 2013 alle 9:24 am
Ora come ora la sensazione è che tutti annaspano con l’acqua alla gola; non ci sono appigli o barche di salvataggio e per di più non ci sono i presupposti perchè si possa andare avanti in modo sereno….
marzo 20, 2013 alle 9:25 am
Purtroppo hai ragione! Un abbraccio
settembre 23, 2013 alle 1:39 PM
ebbi modo di conoscerle nel 2001 quando per entrare a lavorare in un azienda dovetti recarmi a firmare uno dei loro famosi contratti (l’azienda mi disse abbiamo un contratto con loro e dobbiamo rispettarlo)… appena mi resi conto di che cosa erano e cosa servivano non esitati ad esprimere il mio parere tra colleghi amici famigliari sindacalisti ecc.. — cito — “queste rovineranno definitivamente il mercato del lavoro” .. a quei tempi mi fu risposto —- cito — “Alessandro,cosa vuoi capire tu che sei un povero operaio con la terza media?” .. esatto ero un povero operaio con la terza media che portava a casa uno stipendio perchè il lavoro lo trovavo andando a portare i Cv e a parlare direttamente con le aziende … mentre oggi sono un povero disoccupato con esperienza e un diploma in ragioneria che è lì dentro un cassetto a far volume …. questo è il risultato .. questo è il beneficio che io ho tratto da questa idea geniale … inoltre aggiungo che da 10 anni a questa parte gli unici posti di lavoro a cui sono riuscito ad accedere sono stati solamente per via di aver mantenuto il vecchio stile di ricerca di quel povero operaio ignorante di 10 anni fa .. cioè i Cv direttamente nelle aziende … poveri noi
aprile 22, 2015 alle 11:38 am
Concordo con te mio caro e comprendo quanto te, la vergogno di queste agenzie interinali e la difficoltà di trovare lavoro. Non comprendo come mai uno stato governato dalla sinistra sia cosi lontano dai lavoratori. mi sono trovato più di una volta in queste agenzie e ti garantisco che il menefreghismo il disinteresse del personale nei confronti di chi hanno di fronte non ha eguali!!!!!! A cosa servono!!!!!!!???????? Cosa strana che nella mia città “Lecce” popula di nuove aperture di centri commerciali e la risposta delle agenzie e sempre identica “noi non ne sappiamo nulla” e pure poi questi gdo aprono e ci trovi una marea di ragazzini che ci lavorano. Ma chi li assume come si fa a sapere le strade da seguire, non dovrebbero essere queste agenzie ad avere il mandato di assunzione. Comincio a pensare che si chiami MAFIA anche questo sistema!……………….