valori aziendali

Senso di appartenenza aziendale: basta controllare Foursquare

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foursquare

Potremmo chiamarlo Foursquare Index l’indice che più di altri potrebbe rappresentare il senso di appartenenza realmente vissuto da chi lavora presso un’azienda.

Molti di noi sentono il desiderio di eseguire un check-in con Foursquare presso i posti più disparati, per comunicare al mondo dove si trova, ma anche per dimostrare che presso quel particolare posto ci si trova bene, addirittura, usando lo stesso linguaggio del social network, ci si trova da “Re”. Ho quindi pensato perché non verifica rese questo è valido anche per i posti di lavoro?

Frequentando ogni giorno molte realtà aziendali ho provato, negli ultimi 12 mesi a verificare l’utilizzo di Foursquare da parte dei dipendenti e ho cercato di capire se potesse esserci un’analogia se pur casereccia e non scientifica tra i check-in eseguiti e la percezione di appartenenza che si respira all’interno dell’azienda. Leggi il seguito di questo post »

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Bicchieri di solidarietà

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Importante iniziativa quella di Ferrarelle in favore dell’Unicef per la realizzazione di 15 nuovi pozzi di acqua in Ciad.

L’iniziativa, che si sviluppa attraverso un sistema di coinvolgimento dei propri clienti sia attraverso il web che direttamente nei punti vendita, merita di essere segnalata per lo sforzo di fondere insieme iniziative legate al business e iniziative di responsabilità sociale.

Il fatto che Ferrarelle, si impegni nella ricerca di acqua in un paese considerato il 6° ultimo al mondo per accessibilità alle fonti d’acqua non solo dimostra un ovvio senso di responsabilità, ma può garantire anche a chi lavora all’interno dell’azienda un maggiore senso di appartenenza e condivisione di valori sociali ed aziendali.

Sarebbe infatti interessante conoscere non solo dal management, ma anche da chi opera all’intero di Ferrarelle quale opinione ha di questa utilissima iniziativa. Leggi il seguito di questo post »

La cassa integrazione di Schumi

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Mi capita raramente di soffermarmi sulle pagine sportive dei quotidiani, non sono un grande tifoso, ma la vicenda del passaggio di Schumacher dalla Ferrari alla Mercedes di Ross Brawn ha colpito la mia attenzione.

Non ho intenzione di commentare la scelta sportiva di Schumacher (di questa notizia potete trovare approfondimenti e riflessioni sicuramente più precise e interessanti delle mie) ma le conseguenze che si sono scatenate all’interno dell’azienda Mercedes, sponsor della scuderia condotta da Brawn.

Negli scorsi giorni infatti molti operai in cassa integrazione hanno protestato per l’ingaggio milionario di Schumi, si parla ufficialmente di 7 milioni di euro all’anno (ufficiosamente sono circa 20 milioni all’anno).

E’ normale la reazione degli operai Mercedes che da mesi percepiscono uno stipendio ridotto a causa della cassa integrazione? Direi di si, tuttavia anche in questo caso vale la pena, per non finire nella banalità delle opinioni e del qualunquismo, analizzare i comportamenti del management e del sindacato.

Da un lato Norbert Haug direttore sportivo della Mercedes afferma che l’ingaggio di Schumi farà vendere un numero maggiore di auto e quindi porterà un beneficio anche agli operai cassaintegrati, dall’altro lato il sindacato Mercedes definisce inaccettabile uno stipendio a sei zeri in un momento di crisi come quello che sta vivendo la casa di Stoccarda.

Anche in questo caso sembra che la verità sia di entrambe le parti, quindi chi ha ragione e chi ha torno? Forse entrambi o forse nessuno, dipende il punto di vista che su vuole assumere. Considerando la questione nell’ottica di una gestione manageriale sostenibile si potrebbe affermare sicuramente che la responsabilità maggiore sia del management Mercedes, che forse ha sottovalutato l’importanza di condividere anche queste scelte con il sindacato (dove per condivisione si intende una maggiore informazione e non una negoziazione) mostrando un disegno strategico più ampio non solo al sindacato ma a tutte le persone che lavorano in Mercedes, in altre parole, se non è stato fatto, conveniva prevedere meglio le possibili reazioni delle persone che questa volta hanno protestato pubblicamente in altri momenti avrebbero semplicemente reagito esercitando un “mugugno” invisibile ma altrettanto problematico.  

Allo stesso modo anche i comportamenti dei sindacati dovrebbero iniziare a prendere una strada diversa alla semplice contrapposizione di potere, la protesta in questione in linea di principio può apparire giusta, tuttavia diventa banale e indifendibile se collegata semplicemente alla retribuzione del pilota, il problema o i problemi sono probabilmente altri anche se spesso appare più semplice cavalcare proteste popolari e/o mediatiche.

Sarebbe interessante in questo particolare momento storico considerare i valori aziendali. Supponendo infatti  che Mercedes abbia dei valori condivisi, sarebbe interessante comprendere come questi valori siano coerenti   rispetto alla scelta fatta nei confronti del sindacato e di Schumacher. Allo stesso modo il sindacato invece di cavalcare una protesta sterile avrebbe potuto rivalersi sui valori aziendali chiedendo coerenza al management rispetto alla scelta di ingaggiare Schumacher o più in generale di continuare ad investire milioni di euro nella F1 in controtendenza rispetto ad altre importante realtà automobilistiche quali Toyota, Honda e BMW che hanno deciso di abbandonare i circuiti di F1.

Virgin Media investe sul benessere dei dipendenti!!!

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virgin media

Virgin media non necessita di grandi presentazioni, rappresenta il primo quadruple play media nel Regno Unito, riunendo un servizio consistente in televisione, Internet, telefonia mobile e telefonia fissa.

Con oltre 10 milioni di clienti in U.K. ed un fatturato di oltre 3,8 miliardi di sterline, Virgin media occupa circa 14.000 persone.

Il CSR report che prendiamo in considerazione è alla seconda edizione, si tratta di un documento di non semplice lettura, poco chiaro e non molto esauriente. Appare più come una somma di intenti, dove risulta difficile delineare una strategia di CSR chiara e condivisa.

Leggo tra le righe, ma potrebbe essere solamente una mia impressione, che lavorare in Virgin media sia effettivamente un posto ambito, e questo lo si capisce non solo dall’attenzione che dedica allo sviluppo delle persone, ma anche al fatto che tra gli obiettivi 2009 ci sia la voce “investimenti in benessere dei dipendenti”. Il fatto che si parli di benessere è sicuramente coerente con quanto dichiarato nella sezione dedicato ai valori aziendali e questo deve essere preso ad esempio.

Sono assenti gli indicatori GRI ed i dati sono esposti in modo da rendere difficile ogni confronto con il futuro (o con il passato).