disoccupati
La deresponsabilizzazione dell’art.18
In questi giorni di nuova discussione sull’art.18 dello statuto dei lavori, emergono differenti punti di vista.
L’attualità dell’argomento con estensione o validità solo per i neo assunti, fa nascere differenti reazioni, in primis quelle di chi non crede che l’abolizione dello stesso possa incrementare l’occupazione.
Sul tema ho cercato di esplorare differenti punti di vista e vorrei condividere con voi il mio.
L’assunto di base di chi non crede nell’incremento dell’occupazione si basa sul fatto che oggettivamente non ci sia lavoro e quindi questa azione non porti che ad uno svantaggio per tutti indebolendo i diritti dei lavoratori. Io penso che questo assunto sia solo in parte vero. E’ evidente che rispetto ad altri momenti storici l’offerta di lavoro sia limitata, tuttavia è limitata altrettanto la domanda di lavoro qualificata e quindi in grado di essere utile alle aziende che ancora oggi per scelta o per necessità stanno cercando nuovi lavoratori. Leggi il seguito di questo post »
Reinventarsi il lavoro over 55: il ruolo dei Centri per l’Impiego e delle aziende
Se una persona a 56 anni perde il lavoro e per una vita ha sempre fatto quel mestiere, pensando che fino alla pensione quello sarebbe stato il suo lavoro, probabilmente sta vivendo uno degli scenari peggiori che possa capitare ad una persona sana e ancora in grado di contribuire al reddito della sua famiglia.
Questa situazione negli ultimi due/tre anni è tutt’altro che rara, basta frequentare anche solo per poche ore un Centro per l’impiego dislocato sui territori per rendersi conto di quanto sia cambiato il modo di lavorare ma soprattutto di interpretare il futuro.
Per una persona con bassa specializzazione e professionalità, scarsamente informatizzata e abituata ad utilizzare macchine o macchinari automatizzati, trovare un nuovo posto di lavoro non è affatto uno scherzo.
I motivi di tale difficoltà sono tuttavia di due tipi:
– Una forte concorrenza e disponibilità di offerta di lavoro, con effetti devianti, ovvero anche chi ha una professionalità più elevata è disposto ad accettare mansioni meno specializzate Leggi il seguito di questo post »