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Bimbi in ufficio con mamma e papà: perchè?
E’ giunta alla 17° edizione l’iniziativa del Corriere della Sera, “Bimbi in ufficio con mamma e papa” patrocinata per il secondo anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, iniziativa nata con l’intento di avvicinare e far conoscere ai bambini dove e come trascorrono molto del proprio tempo i genitori.
Se diciassette anni fa l’iniziativa poteva considerarsi in sé rivoluzionaria o comunque innovativa, possiamo tranquillamente affermare che oggi rappresenta solamente uno sforzo nel camuffare un vero disagio vissuto in molte delle realtà aziendali che aderiscono, ovvero è sempre più vero che il tempo che i genitori, soprattutto le mamme, possono dedicare ai propri figli è sempre inferiore rispetto alle aspettative.
In questi diciassette anni è cambiato lo scenario di riferimento, ho già parlato degli effetti della turbolenza competitiva che interessa molti settori merceologi / commerciali, tale turbolenza ha sempre più spesso un effetto devastante tra l’equilibrio che si dovrebbe trovare tra il lavoro e la casa/famiglia.
L’iniziativa, leggo in un redazionale del Corriere, continua a riscuotere un gran successo, bisognerebbe capire per quali persone rappresenta un successo: per i direttori HR? per i responsabili della CSR?
Conosco personalmente molte persone che lavorano a diversi livelli in molte aziende che hanno aderito ed il loro ritmo di vita può essere così sintetizzato: uscita di casa alle ore 07.00, rientro ore 20.00 cena veloce, saluto “fotografico” ai figli, e poi di nuovo al lavoro per un ultima importantissima mail da inviare a qualcuno che probabilmente non leggera mai.
Si tratta di un caso estremo? può essere, ma chi frequenta soprattutto grandi realtà, si renderà conto che quanto ho scritto non è affatto straordinario, spesso è vissuto passivamente pensando che questa sia la normalità.
Se vogliamo parlare di un nuovo rapporto tra lavoro e famiglia, affidando l’importanza adeguata al tempo che un genitore dovrebbe trascorrere con i propri figli allora bisognerebbe ripensare ai meccanismi interni alle organizzazioni che generano la cultura aziendale, troppo spesso sbilanciata solo verso il business e troppo poco verso le persone, una cultura che premia solamente la visione di breve periodo, ma non certo una visione sostenibile.
Ben vengano queste iniziative, tuttavia devono avere il coraggio di portare alla luce una criticità, non essere un manifesto di cui vantarsi soprattutto con chi vede le aziende dall’esterno.
Anche la Pasqua è innovazione: auguri a tutti!
Colgo l’occasione per augurare a tutti una buona pasqua ricca di serenita, parlandovi dell’uovo di Pasqua.
Quando ero bambino, esistevano ovviamente molte meno varietà di uovo, e soprattutto i più ambiti erano quelli prodotti dalle note case produttrici di cioccolato, non solo per erano di qualità assolutamente superiore, ma anche perchè spesso contenevano una sorpresa più interessante. I cambiamenti degli scenari competitivi hanno influenzato anche il mercato delle uova pasquali, trasformandolo da mercato di assoluto dominio dei cioccolatieri, in mercato dominato dai produttori di giochi.(per un qualuqnue gourmand questo cambiamento rappresenta una terribile situazione). Appare quasi incredibile che un mercato che sembrava non temere concorrenza abbia subito inerme un’aggressione senza precedenti, spostando il focus dalla qualità del cioccolato a quello della sorpresa.
Perchè i cioccolatieri non hanno saputo interpretare questo bisogno? Perchè i cioccolatieri non si sono attrezzati per inserire all’interno delle loro uova di qualità, i giochi più ambiti dai bambini? Oggi rispondere può essere tanto banale quanto complesso, tuttavia è ovvio che le ortodossie dei cioccolatieri probabilmente hanno impedito di cogliere i confini del business delle uova pasquali. Ci sono alcune eccezioni, prima tra tutte la sempre leader Ferrero, che negli ultimi dieci anni soprattutto ha saputo sfruttare (forse in ritardo) il fenomeno ovetto Kinder, facendolo diventare ovone Kinder.
Questo nuovo scenario ha portato i bambini ad essere più felici, ma non i genitori che si ritrovano con una casa piena di cioccolato di scarsissima qualità…. è proprio vero, sto invecchiando, ma in questo caso….”si sitava meglio quando si stava peggio….” Auguri a tutti!