Più attenzione allo stile delle dimissioni!
Esiste uno stile anche per dimettersi? Assolutamente si. Senza dubbio avrete assistito a differenti forme di dimissioni e non sempre alla tradizionale prassi che prevede che dopo un colloquio franco e sereno il collaboratore possa continuare ad operare con impegno fino al periodo contrattualmente previsto, vivendo le dimissioni come una naturale azione anticamera di un cambiamento.
Nella realtà dei fatti molto spesso le cose vanno diversamente. Leggi il seguito di questo post »
Diritto di disconnessione: un fallimento manageriale
La Francia ha trasformato in legge un desiderio di molti, quello di vietare l’invio ( o meglio la ricezione) di mail/messaggi fuori dall’orario di lavoro!
Moltissimi, come anticipato hanno accolto la notizia come una riconquista dei diritti dei lavoratori, come un ritorno alla centralità della persona, o ancora come un elemento di rispetto del confine tra vita professionale e vita personale.
Ho citato tutti elementi che non si possono non condividere, ma che al tempo stesso rappresentano vero fallimento del ruolo manageriale all’interno delle organizzazioni. Leggi il seguito di questo post »
Il manager deve essere prudente?
Prudenza: cosa vi viene in mente? Qualunque sia la vostra interpretazione del termine prudenza, vale la pensa rileggere questo ottimo saggio di Stefano Zamagni della collana “Parole controtempo” del Il Mulino.
Lo propongo anche a voi, perché questa lettura consente di superare (almeno ha consentito a me di superarli) i possibili pregiudizi rispetto al termine.
Zamagni accompagna il lettore nel concepire la prudenza come virtù che consente di assumere una prospettiva non solo di breve periodo ma anche di medio e di lungo periodo. Capite bene quindi che già solo questo motivo, rende la lettura piacevole e coerente con il pensiero di managerialità sostenibile. La prudenza non ha e non ha avuto solo e sempre un’accezione di avversità al rischio, ma anche di profondità, di rispetto per gli altri, di assunzione di punti di vista altrui. Provate per credere e fateci sapere. Leggi il seguito di questo post »
Una nuova definizione di Management Sostenibile
Sono passati circa 10 anni dalla prima definizione di management sostenibile. Il concetto di contaminazione tra profit e non profit era uno dei pilastri di base dell’ispirazione, a questo ho unito una nuova visione e analisi delle prassi di CSR che allora stavano crescendo in maniera sicuramente interessante. La contaminazione e la sostenibilità rappresentando quindi gli ingredienti fondamentali di un modo diverso di interpretare il modo di gestire le imprese, ma soprattutto le persone.
La nascita di questo blog non voleva e non vuole essere una sintesi o un bignami delle più emergenti teorie manageriali, ma un osservatorio della realtà quotidiana vista con lenti di osservazioni differenti. Leggi il seguito di questo post »
Anno nuovo, blog nuovo!
Serve ancora un blog? C’è ancora qualcuno che legge blog? In entrambi i casi la mia risposta è SI!. Il blog “management sostenibile” esiste dal 2008, si, il prossimo anno sono 10. Le due domande iniziali mi hanno tormentato più volte nel corso dell’ultimo anno, tanto che i più attenti si saranno accorti che la frequenza dei post è, rispetto al passato radicalmente diminuita, tra i motivi non solo il tempo (è solo un ottimo alibi), ma il ripensare a contenuti e strumenti diversi rispetto al passato.
Il 2017 vuole quindi segnare l’evoluzione di questa finestra sul mondo. Leggi il seguito di questo post »
Crescere con rispetto
Giovedì 24 novembre inizia un ciclo di incontri finalizzato ad innescare un confronto tra impresa, comunità e pubblica amministrazione presso un distretto industriale a me molto caro. La mia città Valenza, è sede di uno dei più importanti distretti industriali italiani ed è per tale motivo che ho accettato con piacere di sostenere questo tipo di iniziativa. Nessuna ricetta pre confezionata, nessuna certezza, solo la voglia di mettere a confronto esperienze e modi di fare impresa, o meglio di fare sistema diversi che guardano con interesse alla capacità competitiva e alla sostenibilità.
Si parte con Olivetti, con la sua storia, con la sua visione e con il suo concetto di sistema. Dal mio punto di vista porterò un contributo sul legame esistente tra la CSR, il business e il territorio. Capisco che la location non sia abituale, ma invito chi è nelle vicinanze a partecipare ad una serata sicuramente diversa. Con me Emanuela Ceva, professore associato di filosofia politica dell’Università di Pavia, e Michele Filippo Fontefrancesco, antropologo presso l’Università di Scienze Gastronomiche e la Durham University. Ci vediamo giovedì alle 21.00 presso il Centro comunale di Cultura a Valenza (AL) in piazza XXXI Martiri.
Un CRM (vero) per la Direzione HR come acceleratore di inclusione
Viviamo in un contesto sempre più strano in cui sono presenti approcci tra loro opposti. Da un lato assistiamo ad una quasi maniacale dichiarazione di volere essere sempre più vicini al cliente, al prospect e al referrals, dall’altro al contrario assistiamo ad una standardizzazione dell’approccio interno all’azienda nei confronti delle persone che lavorano all’interno.
Se nell’ambito commerciale, le politiche sofisticate di CRM sono ormai decisamente diffuse, la stessa logica non la ritroviamo all’interno dell’azienda nei confronti dei propri dipendenti.
Se il contesto spinge consapevolmente o inconsapevolmente le aziende ad un orientamento sempre più inclusivo, si renderà necessario rimappare le caratteristiche, le abitudini, le passioni e non solo le competenze delle persone che lavorano all’interno dell’organizzazione. Leggi il seguito di questo post »
Responsabilità, ruolo, inquadramento e licenziamento
Il titolo di questo post nasce dall’osservazione di una situazione reale che mi ha fatto pensare ai limiti di questi quattro termini soprattutto se presi in considerazione contemporaneamente.
Oltre ai limiti dei termini, la riflessione si sposta come di consuetudine sui limiti delle azioni manageriali, molte volte inconsistenti o inadeguate rispetto ai contesti.
Esiste un legame tra responsabilità, ruolo aziendale e spesso inquadramento contrattuale. Normalmente un inquadramento contrattuale dirigenziale, prevede ruoli di responsabilità all’interno dei quali le responsabilità sono evidenti e si devono ben distinguere da chi in azienda non ne ha o ne ha meno. Questa distinzione spesso coincide con una differenziazione retributiva anche molto evidente. Leggi il seguito di questo post »
Reale Mutua: you are welfare. Iniziativa di CSR di 3° livello!
Da quando (era il 2012) ho cercato di codificare la CSR su tre distinti livelli in funzione dell’integrazione tra business e sostenibilità, moltissimi passi avanti ed esempi concreti si sono affacciati sul mercato, dando l’idea di un ambito estremamente dinamico e di una sensibilità manageriale, soprattutto per i gruppi di maggiori dimensione in forte crescita.
L’iniziativa di cui vorrei parlarvi oggi è rappresentata da un’ulteriore conferma di questa evoluzione. Reale Mutua (che come dice il nome ha una natura mutualistica) ha dato il via insieme a Make a change – movimento per il Business Sociale un’importante iniziativa di sviluppo di business sociale definita “you are welfare”. Come avrete modo di approfondire in questo link, il progetto diventa iniziativa di terzo livello perché mette a disposizione, non tanto competenze, quanto identità e senso di appartenenza verso lo stesso ambito in cui opera Reale Mutua; non si tratta dell’ambito assicurativo, ma di quello mutualistico. Leggi il seguito di questo post »
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