Management sostenibile
Braccialetti vibranti OBI: perché sono un errore!
Quando l’orientamento al cliente viene interpretato forzatamente emergono soluzioni come quella utilizzata dal management OBI.
Si tratta di una superclassica ipersoluzione che come al solito ha più controindicazioni che benefici. Ogni volta che il management di un’azienda avvia un’azione che impatta sulle persone dovrebbe essere più attenta a considerare le retroazioni. Proviamo a considerare la situazione da un punto di vista differente. Leggi il seguito di questo post »
“Non si può fare!”. Siamo sicuri? Il management sostenibile deve osare e proporre scenari inimmaginabili
Quante volte sentiamo pronunciare questa frase all’interno delle organizzazioni? La risposta è direttamente proporzionale alla resistenza al cambiamento e alla propensione di non innovare. Molti dei modelli che continuiamo a trovare all’interno delle imprese sono la replica e/o il maquillage di modelli pensati in epoche diverse, per persone diverse, per mercati e clienti differenti.
E’ quindi giunto il momento di ripensare al nuovo management? Ad una management revolution come titolava nel 1991 Tom Peters in Thriving on Chaos: Handbook for a Management Revolution? Rispondere affermativamente significherebbe entrare in un paradigma di pensiero, la volontà di questo post è quello di uscire dal modo di pensare aziendale, tutto basato su efficacia ed efficienza (ovviamente relativa) ed immaginare l’azienda come una comunità, all’interno della quale gli stakeholder hanno pari dignità. Leggi il seguito di questo post »
Il lavoro al bivio e un diverso ruolo delle imprese.
Siamo giunti in un momento in cui potrebbe essere utile ripensare al significato di lavoro all’interno di un’azienda. Una riflessione per certi versi già avviata da alcuni anni senza avere al momento trovato entusiasmo o innovazione.
La necessità di ripensare al concetto di lavoro è accelerato dalla situazione di contesto che vede la disoccupazione giovanile a livelli mai visti, e allo stesso tempo vede aziende in difficoltà a gestire i nuovi ingressi. Leggi il seguito di questo post »
Newton all’interno del Rapporto di sostenibilità 2013 di Intesa San Paolo
Quando la formazione diventa un’azione di CSR, potrebbe essere questo il caso del progetto che stiamo sviluppando per Intesa San Paolo Vita, che ha già visto coinvolte oltre 150 persone e che si è meritato la citazione all’interno del report di sostenibilità del Gruppo Intesa San Paolo.
Non nascondo una certa soddisfazione per aver costruito insieme ai colleghi della formazione manageriale di Intesa San Paolo e dell’unità CSR questo progetto formativo: “ che fa della condivisione dei valori aziendali i pilastri per l’integrazione di culture e mestieri. L’iniziativa si svolge attraverso i racconti dei partecipanti che, in una logica coerente con il Codice Etico, valorizzano le loro esperienze e “allenano” la capacità di adottare una “visione multi stakeholder”nelle situazioni personali e professionali.” Tratto da pag 63 del rapporto di sostenibilità 2013 di Banca Intesa San Paolo.
Leggendo questo risultato in un’altra ottica, posso affermare che Newton ha sviluppato un’iniziativa di CSR di terzo livello, riuscendo quindi a fondere il proprio core business in un’iniziativa di CSR per un proprio cliente. Si tratta di un risultato che può apparire anche banale, ma banale non è. Leggi il seguito di questo post »
Senso di appartenenza aziendale: basta controllare Foursquare
Potremmo chiamarlo Foursquare Index l’indice che più di altri potrebbe rappresentare il senso di appartenenza realmente vissuto da chi lavora presso un’azienda.
Molti di noi sentono il desiderio di eseguire un check-in con Foursquare presso i posti più disparati, per comunicare al mondo dove si trova, ma anche per dimostrare che presso quel particolare posto ci si trova bene, addirittura, usando lo stesso linguaggio del social network, ci si trova da “Re”. Ho quindi pensato perché non verifica rese questo è valido anche per i posti di lavoro?
Frequentando ogni giorno molte realtà aziendali ho provato, negli ultimi 12 mesi a verificare l’utilizzo di Foursquare da parte dei dipendenti e ho cercato di capire se potesse esserci un’analogia se pur casereccia e non scientifica tra i check-in eseguiti e la percezione di appartenenza che si respira all’interno dell’azienda. Leggi il seguito di questo post »
A 40 anni cambiare è necessario?
Dedico questo primo post del 2014 a chi come me festeggerà nei prossimi mesi 40 anni.
Tempo di bilanci, ma anche di riflessioni rispetto al futuro, al lavoro, alla propria realizzazione, in particolare quella professionale.
Più volte ho parlato su questo blog della necessità di costruirsi un percorso professionale il più autonomo in cui potersi costruire un proprio mercato del lavoro che sia interno o esterno ad un’azienda. C’è un momento in cui tuttavia è giusto iniziare a pensare ad un cambiamento nel cambiamento. Leggi il seguito di questo post »
La deresponsabilizzazione dell’art.18
In questi giorni di nuova discussione sull’art.18 dello statuto dei lavori, emergono differenti punti di vista.
L’attualità dell’argomento con estensione o validità solo per i neo assunti, fa nascere differenti reazioni, in primis quelle di chi non crede che l’abolizione dello stesso possa incrementare l’occupazione.
Sul tema ho cercato di esplorare differenti punti di vista e vorrei condividere con voi il mio.
L’assunto di base di chi non crede nell’incremento dell’occupazione si basa sul fatto che oggettivamente non ci sia lavoro e quindi questa azione non porti che ad uno svantaggio per tutti indebolendo i diritti dei lavoratori. Io penso che questo assunto sia solo in parte vero. E’ evidente che rispetto ad altri momenti storici l’offerta di lavoro sia limitata, tuttavia è limitata altrettanto la domanda di lavoro qualificata e quindi in grado di essere utile alle aziende che ancora oggi per scelta o per necessità stanno cercando nuovi lavoratori. Leggi il seguito di questo post »
Formazione e CSR: perchè no?
Vorrei parlarvi un’esperienza che sto vivendo in questo periodo relativo alla crescente richiesta di formazione manageriale in ambito di CSR. Spesso quando si pensa alla formazione sui temi della CSR, si pensa ad una formazione di nicchia delegata o ai vertici aziendali o ai referenti della CSR, sempre più spesso tuttavia, la complessità delle esigenze aziendali sta portando in primi piano la necessità di assumere una visione differente rispetto alla verticalizzazione delle posizioni, sforzandosi di assumere prospettive differenti.
Affrontare i temi della CSR diventa quindi un modo per spostare la discussione dall’io al noi, ragionando sulle conseguenze delle azioni degli individui (o delle funzioni) sugli altri interlocutori interni od esterni (stakeholder). L’assunzione di responsabilità rispetto alle conseguenze delle proprie azione rappresenta ad esempio un buon modo per parlare di cambiamento senza che sia realmente in atto un vero processo di cambiamento. Leggi il seguito di questo post »
La voglia di ricominciare e la stanza della noia

Dopo la pausa estiva la voglia di ricominciare non è sempre ai massimi livelli. E’ faticoso riprendere gli stessi ritmi interrotti dalle vacanze, la stessa attenzione ai particolari, riassorbire lo stesso livello di stress… tutte questi elementi che contraddistinguono molti dei nostri lavori, possono essere superati più o meno velocemente in funzione di quanta passione riusciamo a esercitare nel compiere il lavoro stesso. Indipendentemente dal tipo di mansione o di lavoro in generale, l’elemento passionale, coinvolgente e quindi motivazionale diventa ciò che riesce a fare la differenza. Leggi il seguito di questo post »
L’autogol di Dolce&Gabbana vanifica le azioni di CSR
In questo caso non esistono altri termini che autogol. Il comportamento assunto ieri da D&G, rispetto all’affermazione dell’Assessore al Commercio del Comune di Milano Franco D’Alfonso, rappresenta per molti versi un comportamento che può portare con se più criticità che benefici.
Reagire in quel modo insultando l’istituzione comunale semplicemente per il fatto di aver riportato un fatto e non un’opinione (D&G sono stati condannati e questo è un fatto) può essere di per sé discutibile, tuttavia assume una gravità ulteriore se si legge con attenzione quanto dichiarato nel codice etico della società che provo a riportare di seguito nei suoi passaggi più significativi: Leggi il seguito di questo post »
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